SVILUPPO AGRICOLTURA IN CAMERUN -Lunedì 01/07/2019 il presidente di AEDIC insieme alla delegazione composta dal Segretario Generale della camera dell’agricoltura del Camerun è imprenditori ha viaggiato in treno verso Chivasso per incontrare il vice presidente Dott. Souroush di ICIM – L’Istituto per il Commercio e l’Investimento Italo Maghrebino.
L’isitituto ICM nasce come libera Associazione senza scopo di lucro, la cui ambizione è quella di rappresentare un tramite diretto tra la realtà e Italiana e quella Maghrebina.
ICM collabora con le principali istituzioni italiane e maghrebine a fine di sviluppare relazioni amichevoli fra i due paesi.
Una volta arrivati i delegati del Camerun hanno assistito alla presentazione del progetto Smart Farm e altri progetti per lo sviluppo del continente africano.
Finito l’incontro si sono recati a visitare una bellissima azienda di produzione di pomodori che vedi in foto per replicare e clonare l’esperienza Italiana nel mondo dell’agricoltura del CEMAC che include diversi stati della Africa Centrale.

Si è conclusa la settima edizione di
In questa edizione Aedic è stata presente con i propri membri seguiti passo passo dalle nostre giornaliste neo laureate desiderose di accompagnare gli imprenditori nelle varie fasi in collaborazione con gli studi di professionisti (commercialisti etc) locali nostri partner.
La legge dell’aprile 2013 sugli incentivi per gli investimenti privati nella Repubblica del Camerun, ha già dato luogo alla firma di 157 accordi tra lo Stato del Camerun e vari promotori di progetti di investimento nel paese. paese, rivela l’ Investment Promotion Agency (API).
“Per l’Italia il Camerun è un partner di riferimento prioritario e la collaborazione che si sta sviluppando è per noi motivo di grande soddisfazione e un obiettivo di grande importanza”
I Camerunesi residenti in Italia formano da alcuni anni una comunità importante e forte, la quale è costituita da medici, infermieri ingenieri, farmacisti, operai, studenti, atleti e tanti altri.
umane e il trasferimento di know-how. Sono le due cose che i camerunesi ci hanno chiesto: più impresa e più formazione di qualità anche in loco. Non più aiuti.




