Contesto organizzativo

Focus sul contesto aziendale interno

È importante guardare dentro la propria azienda a chiedersi: Cosa facciamo noi? Come la mia impresa contribuisce all’innovazione del sistema? Come posso contribuire in futuro? Di cosa ho bisogno, cosa devo cambiare dentro la mia impresa per giocare la partita dell’innovazione? 

Sul piano strategico, l’importanza dell’analisi delle risorse interne di un’azienda si è andata sviluppando in tempi recenti, a partire dagli anni ’90, con la teoria resource-based view of the firm. È stato quindi adottato un focus molto più improntato alle risorse (finanziarie, tecnologiche, fisiche, materiali, reputazione, capitale umano). 

Questo slittamento di focus è stato motivato dall’elevata e crescente instabilità dello scenario competitivo. Le imprese si devono concentrare sempre di più su quello che sanno fare in relazione alle proprie risorse e competenze interne. Partendo dalle proprie risorse, devono quindi definire obiettivi raggiungibili e sfidanti, in linea con le opportunità e le evoluzioni del contesto.

Caratteristiche organizzative

Sono 4 gli ingredienti interni per creare capacità innovativa e imprenditoriale (potenziale di generare innovazione), secondo lo schema di Sorensen e Fassiotto (2010) ‘Organizations and fonts of Entrepreneurhsip’.

  1. Conoscenza
    La mia azienda deve avere delle conoscenze/esperienze/know-how che possono essere usate per innovare. 
  • Competenze know-how specialistico e verticale (utili principalmente nella fase di ideazione).
  • Competenze trasversali/orizzontali (utili principalmente nella fase di valorizzazione commerciale a mercato).

Entrambe sono importanti per innovare con successo. Sarebbe utile averle entrambe nel giusto equilibrio.

2. Cultura del cambiamento 
Cosa è la cultura? La cultura sono i valori/pensieri che l’impresa porta avanti. Il termine “cultura aziendale” viene solitamente attribuito a Edgar Schein, Professore presso la Sloan School of Management presso il M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology). Egli descrive la cultura come: “Una struttura di assunti di base – inventati, scoperti, o sviluppati – da un dato gruppo mentre impara a gestire i suoi problemi di adattamento esterno e di integrazione interna“. 
Quindi la cultura sono valori e comportamenti. Quali sono parole chiave di una cultura dell’innovazione? 

Alcune parole chiave della cultura dell’innovazione: 

  • tolleranza per il fallimento;
  • attitudine alla sperimentazione; 
  • trasparenza nelle comunicazioni;
  • apertura alla collaborazione (interna ed esterna);
  • struttura organizzativa non gerarchica. 

Su queste 5 dimensioni occorre trovare un bilanciamento, un equilibrio: tolleranza per il fallimento (ma non per l’incompetenza), attitudine alla sperimentazione (ma con disciplina), trasparenza nelle comunicazioni (ma apertura e accettazione di critiche), atteggiamento collaborativo (ma individuazione delle responsabilità), struttura organizzativa non gerarchica (ma leadership forte). 

Non esiste una ricetta che vada bene per tutte le imprese, ma è importante che ciascuna trovi i suoi ingredienti tra questi e soprattutto il giusto equilibrio/bilanciamento tra forze opposte. 

Ultima considerazione: la cultura riguarda una sola persona? No, una persona sola non va da nessuna parte. Parliamo di cultura di impresa, cultura del cambiamento perché deve essere internamente socializzata e condivisa da tutti quelli che lavorano nell’impresa. Se è solo di una persona non è cultura del cambiamento, serve muoversi insieme per fare innovazione, chi guida il cambiamento deve portarsi dietro tutta l’impresa. 

3. Incentivi 
Per indirizzare il comportamento verso il cambiamento devo creare degli incentivi al cambiamento. Creare incentivi al cambiamento serve per creare cultura del cambiamento. Incentivi al personale, premi per chi genera diversità, per chi innova. Premi e riconoscimenti (non solo economici) ai comportamenti dei dipendenti che vanno nella direzione degli obiettivi innovativi. 

4. Relazioni 
Stare connessi, non essere isolati. L’innovazione non si fa stando da soli, le relazioni servono per attivare risorse, accedere a risorse, identificare delle opportunità e creare collaborazioni. Relazioni interne all’impresa, ma anche soprattutto relazioni con l’esterno (fornitori, clienti e anche concorrenti). 

Promuovere non solo relazioni consolidate, strutturate e frequenti (strong ties), ma anche relazioni spot, una tantum, orientate a conoscere la diversità, a creare varietà, perché è solo da quello che non conosco che mi possono arrivare stimoli nuovi per innovare (weak ties). 

La storia delle innovazioni di successo mostra come le idee più rivoluzionarie siano nate da relazioni poco frequenti (weak ties) perché meno convenzionali, più aperte, con più input in termini di diversità e cambiamento. 

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