Cos’è il business plan

Introduzione

Sommario

Se non conosci la rotta da seguire, nessun vento ti sarà favorevole” recitava Seneca, il famoso filosofo romano (5 a.C. e il 65 d.C.). Perché partire da Seneca? Con queste parole non parlava certo di business e tanto meno di business plan. Ma questa semplice frase raccoglie l’essenza del business plan. Vediamo perché.

Definizione di Business Plan

Il Business Plan è il progetto esecutivo che supporta la gestione di un’iniziativa imprenditoriale ed è finalizzato a:

  • far riflettere sui passi necessari per implementare l’iniziativa imprenditoriale;
  • comunicare agli stakeholder il valore dell’iniziativa;
  • misurare in via preventiva gli effetti di tali scelte e il risultato atteso dell’iniziativa.

Lo sviluppo del business plan è un’attività complessa, difficile e dispendiosa, che richiede un consistente utilizzo di risorse umane e di tempo. Inoltre, poiché un business plan realmente utile deve essere un documento dinamico che si aggiorna a ogni minimo cambiamento del mercato e a ogni nuova decisione aziendale presa, rischia di diventare obsoleto velocemente. Per queste ragioni, il business plan è a volte accolto con scetticismo.

In realtà, a seguito di tale investimento di risorse, i benefici derivanti dalla scrittura del business plan sono ormai consolidati. Chi utilizza tale strumento riconosce la sua utilità, in particolare, nel fatto che esso “costringe” allo sviluppo di un pensiero disciplinato

Il business plan rappresenta quindi una guida strategica ed oggettiva che permetterà di incrementare le probabilità di implementare l’iniziativa imprenditoriale con successo. 

Chi legge un Business Plan

Il business plan può essere letto da tutti i possibili stakeholder, ovvero i portatori di interesse, dell’iniziativa imprenditoriale, che si distinguono in due grandi categorie: esterni ed interni. 

Fra gli esterni, ovvero coloro che risiedono oltre i confini dell’organizzazione, troviamo:

  • finanziatori e investitori professionali (banche, business angel, venture capitalist) se l’obiettivo è la ricerca di capitale di debito o di rischio;
  • istituzioni pubbliche quali enti, regioni, o, qualsiasi unità governativa internazionale interessata al supporto dell’iniziativa;
  • possibili partner qualora si intenda sviluppare progetti di ricerca congiunti, definire accordi per lo sviluppo di nuovi prodotti o stipulare strategie commerciali congiunte.

Ma il BP è uno strumento utile anche per i portatori di interesse interni all’organizzazione, perché la sua implementazione aiuta il team imprenditoriale a:

  • far collimare visioni differenti e confrontarsi su molteplici aspetti dell’attività d’impresa;
  • definire obiettivi comuni e una rotta operativa condivisa;
  • far emergere dati e aspetti prima sconosciuti o trascurati;
  • confrontarsi con la realtà resa in numeri;
  • porsi delle domande sul futuro.
stakeholders

Struttura del business plan

In un business plan ci si aspetta di trovare alcune sezioni standard che possono essere inserite nell’ordine desiderato ma che è importante siano tutte presenti ed esplose in modo puntuale.

Nell’executive summary si concentrano tutti gli elementi salienti (fatti e numeri chiave) del business plan proposto al fine di convincere circa il valore dell’iniziativa imprenditoriale. 

L’introduzione ha l’obiettivo di definire la scena e descrivere i problemi attualmente esistenti per un determinato mercato e il bisogno che si intende soddisfare. Questa fase è particolarmente critica poiché la dimostrazione di una profonda conoscenza del bisogno da soddisfare è alla base di un’efficace formulazione della proposizione di valore e della realizzazione di un prodotto/servizio mirato per un determinato tipo di utilizzatori.

L’analisi di settore permette di comprendere in modo efficace le dinamiche competitive di settore e valutare i margini per un’effettiva distintività dell’iniziativa proposta. 

L’analisi di mercato ha la finalità di identificare la dimensione del mercato di riferimento e stimare il mercato potenziale, ovvero quella quota di mercato che si mira a raggiungere. Si possono adottare metodi top-down (partendo dalla configurazione del mercato allargato arrivo al mio target) o bottom-up (partendo dalle ipotesi di consumo individuale per poi arrivare al valore complessivo dei consumi del target raggiungibile). 

Presentare il prodotto/servizio per spiegare operativamente come funziona e come è protetto in termini di proprietà intellettuale (brevetti, marchi, etc).

Identificare il proprio modello di business che spieghi come l’impresa intende creare valore per il cliente, generando di conseguenza profitto per l’impresa.

Presentare il piano operativo, per la mappatura dei processi di implementazione.

In ogni iniziativa imprenditoriale le persone rappresentano il fattore critico per eccellenza. È quindi fondamentale presentare i membri del team e le rispettive funzioni al fine di far emergere il fit fra le competenze ed esperienze possedute dalla compagine imprenditoriale e quelle richieste dalla natura dell’iniziativa stessa. Arthur Rock, il primo investitore di venture capital, disse “I invest in people, not in ideas” (investo in persone, non in idee).

Infine, una sezione dedicata ai financials che forniscono informazioni monetarie legate al valore generato dall’iniziativa in un orizzonte temporale di 3-5 anni e che permettono di quantificare il fabbisogno finanziario da richiedere a potenziali investitori. Uno dei metodi più utilizzati è il Valore Attuale Netto che definisce il valore attuale di una serie di flussi di cassa attesi che, oltre ad essere sommati tra loro, vengono attualizzati sulla base del tasso di rendimento dell’investimento monetario (denominato costo opportunità del capitale).

Conclusione

Un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo” (Lao-tzu, filosofo cinese) e questo primo passo è la definizione del business plan che a sua volta permette di definire i singoli passi per raggiungere l’obiettivo. 

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